Vuole la leggenda che siano stati introdotti dal viaggiatore Marco Polo, di ritorno dalla Cina (altro Paese nel quale sono noti e apprezzati piatti tradizionali) nel 1295, sebbene nella descrizione della Sicilia tramandataci da Idrisi al tempo di Ruggero II di Sicilia nel suo famosissimo Libro di Ruggero si faccia chiaramente menzione di Vermicelli, cibo di farina in forma di fili prodotti nel villaggio di Trabia vicino Palermo. Poiché Idrisi scrive nel 1154 questa testimonianza è anteriore di ben più di un secolo al ritorno di Marco Polo.
Nell’intervallo fra queste due date gli studiosi hanno rintracciato altre citazioni che chiariscono come la produzione di pasta alimentare sia caratteristica generalizzata in tutta la penisola. Si ha traccia ufficiale della denominazione “spaghetto” nel 1819, all’interno del primo dizionario della lingua italiana di Nicolò Tommaseo e Bernardo Bellini: gli spaghetti vengono così definiti perché “della grossezza di un piccolo spago”.